NOTA DI DEGUSTAZIONE
Colore ambrato leggero, dotato di una bella trasparenza. Il bouquet di note che fascia il naso si muove su una trama in cui frutta e rimandi più legnosi e terziari interagiscono con grande armonia. Al palato è di buon corpo, fasciante, con un sorso ricco e stratificato, di ottimo gusto.
DISTILLERIA
Romano Levi, il “Grappaiolo Angelico” come lo soprannominò Luigi Veronelli sul settimanale Epoca, è stato un artigiano, un distillatore, un artista, un poeta, ma soprattutto, come lui amava definirsi, un “ignaro”. Orfano dall’età di 17 anni, ereditò la distilleria a Neive lasciata dal padre Serafino e conservò per tutta la vita lo stesso e unico alambicco discontinuo in rame a fuoco diretto con il quale lavorò ininterrottamente per 63 anni. Celebri le sue etichette, disegnate personalmente a mano e spesso comprensive di dediche poetiche ormai andate ben oltre i confini del mondo della distillazione. Le sue bottiglie raccolsero gli elogi anche di molti personaggi famosi, come l’ex cancelliere tedesco Helmut Kohl, Marcello Mastrioianni e Cesare Romiti, solo per citarne alcuni.
Romano Levi ha usato per tutta la vita il suo alambicco “Malba Giovanni”, un Tamburlano a fuoco diretto, uno degli apparecchi più difficili da utilizzare nel campo della distillazione e che può produrre grappa in quantità minime rispetto ai normali alambicchi industriali. Il risultato di questo tipo di lavorazione sono delle grappe rudi, ardenti, “selvatiche” come piaceva definirle il Maestro, qualcosa che solo chi le ha provate può cercare, se può, di descriverle. Da non dimenticare l’inestimabile aiuto e lavoro della sorella Lidia, donna guardinga, silenziosa, dallo stile mariano, che ha preparato per tutta una vita le bottiglie con le erbe da lei personalmente raccolte e che hanno reso celebre l’umile distillatore ignaro.
Oggi la casa-distilleria di Romano Levi è divenuta un museo, visitato da estimatori provenienti da tutto il mondo, un museo però vivo e che continua a distillare secondo la tradizione del Grappaiolo Angelico, con l’aiuto di quella banda di amici “rimasta indietro” rispetto al mondo e che custodisce ancora gelosamente le ultime grappe distillate dal grande Amico, tutt’ora lasciate ad invecchiare in botte ed in attesa di poter parlare del loro autore. Romano Levi era una persona semplice, che, paradossalmente, non conosceva la teoria della distillazione ma era capace di coglierne, forse più di chiunque altro, l’anima. Grappe di un equilibrio, aromaticità ed emozioni semplicemente straordinarie.
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